MESCOLARE IMMAGINI DI TERRE
E PASSAGGI
E SIMBOLI
CHE SI INCONTRANO PER STRADA.
Lui si perde ad analizzare gli odori del popolo migrante affaccendato intorno, nel sottofondo lieve di parole incomprensibili sospirate appena, e i profumi si mescolano in un aroma adatto all’arte culinaria di un cuoco universale. Il pesto alla genovese si unisce all’essenza di glicine. Nell’aria disinfettata da poco, il patchuly intimidisce i dopobarba dozzinali e la naftalina non riesce a vincere la fragranza dell’ambra.
L’uomo aveva ancora tempo prima della partenza del suo aeroplano, e ascoltava distrattamente i passi dei viaggiatori, in viaggio per luoghi esotici oppure di ritorno da terre a ferro e fuoco, scalpitare per i mutamenti improvvisi di percorso obbligati da perentorie frecce e addetti in divisa. Gambe poco allenate, alla perfezione angosciosa dei corridoi di marmo, incespicavano nella moquette materializzatasi all’improvviso a spezzare la monotonia dei piani in cristallo dell’aeroporto.
Che mescolamento di origini – pensò osservando telefoni cellulari e corni portafortuna di plastica rossa, madonnine d’oro, bip elettronici, abiti felpati e sari leggerissimi. Che contrasto l’ambiente futuribile e le terribili zoppie. Le origini smarrite venivano triturate nel frullatore dello spazio migrante in movimento.
ESTRATTO DAI MIEI APPUNTI DI LEILAND...SE TI E' UTILE BENE...CIAO